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PRESEPE VIVENTE di CALANNA

I primi giorni dell’anno nuovo ormai è tradizione che il centro storico di Calanna si animi con il Presepe vivente. I visitatori possono riscoprire antichi mestieri, presenti solo nei racconti sbiaditi dei nonni, in un angolo di paese con stradine rimaste incontaminate dal tempo e lunghe più di un chilometro, dove alcune casette hanno più di un secolo. Nel vecchio borgo aspromontano, lungo il quale viene allestito il presepe vivente, il visitatore, anche se per poco, si tufferà nel tempo passato: tutto ciò che viene usato per l’allestimento appartiene al passato, autenticamente vero.  Si può ammirare ‘a forgia ‘i mastru ‘Roccu “,  gustare “ ‘a ricotta ‘i massaru Peppi e donna Mica “ o “ i pastiddoli ‘i nonnu Micu “. 

Proseguendo si incontra: il vecchio pozzo, il campo dei pastori, il cestaio, intento a fare “i panara i canna e virga i bosco”, “u candilario” che fabbrica le candele sciogliendo la cera delle api, “u stagnaturi” che stagna le caldaie per “i frittuli”, “a carcara” per cuocere i mattoni di “matu e pagghia” fatti a mano, “u seggiaru” che ancora realizza le sedie di filo, “u buttaru” intento a riparare le botti, donna “Cuncetta” impegnata a fare “ ‘u sapuni i casa” e “ mastru Pascali, surbaru finu”, per poi degustare “ ‘u pani caddu ‘i ranu, ‘rù furnu ‘a ligna “. Ammirerà l’impegno e la passione di due anziane donne: una prepara “ ‘i scupi i lisi “ e l’altra fila la lana “ cu fusu “. Una breve passeggiata su un ponte in legno, posto su un piccolo laghetto, habitat di anatre e trote, dove le donne lavano i panni raccontandosi la propria quotidianità.

 Il visitatore, proiettato, come per incanto, in un clima magico, frastornato dai ricordi e dal suono della “ciaramedda”, “ arganettu e tamburddhu” che lo accompagna per tutto il viaggio, (tanti sono i suonatori), raggiunge la grotta dove ancora il bue e l’asinello riscaldano il bambino Gesù, rappresentato da un bambino di pochi mesi. Il viaggio però non finisce, anzi continua in una coreografia naturale e dove il tempo si è fermato ed il cemento selvaggio, fortunatamente, non è mai arrivato. Il visitatore può ascoltare la voce della natura e del suo cuore e per un attimo potrà tornare un uomo vero, non virtuale. Oltre all’aspetto storico e naturale dell’ambiente, si coglie la religiosità che il presepe suscita in ogni credente. Ogni anno le presenze, nelle cinque giornate, superano le cinquemila unità ed in gran parte sono famiglie con bambini che, per mezza giornata, hanno il piacere di vivere un Natale diverso: meno consumistico, più poetico ed umano. Attorno al presepe vengono organizzate altre attività, (spettacoli musicali, recital, una mostra fotografica su Calanna, una mostra di lavori artigianali realizzati nel nostro Comune), affinché il visitatore, oltre a cogliere e rivivere la poesia del Natale, possa conoscere il nostro paese e la nostra laboriosità

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