La Chiesa di San Giuseppe si trova a Chianalea, alla fine della passeggiata nell’antico borgo nella parte nord.
Le origini di questo luogo di culto risalgono al luglio 1619, quando Maria Ruffo invitò a Scilla i padri Crociferi per assistere la popolazione, venne quindi costruito un piccolo ospedale e, per accoglierli, un convento su di una pre-esistente chiesa bizantina.
Il convento era dotato di una cappella che venne intitolata a Maria SS. Annunziata. L’attuale chiesa altro non è che la cappella di quell’antico convento.
L’edificio restò in piedi fino alla metà del XIX secolo, quando venne distrutto a seguito dei lavori per la costruzione della ferrovia.
Testimonianza delle dimensioni dell’antico edificio è la porzione di arco ancora oggi visibile nella strada che, da Chianalea, conduce alla chiesa.
La chiesa subì solo qualche danno al tetto nel terremoto del 1908 e questo portò alla realizzazione del tetto in legno; sempre nel ‘900 vennero realizzate due aperture rettangolari nella parte sinistra dell’edificio.
Nel 1996 venne avviata una campagna di restauro e recupero durante la quale vennero individuati i resti di una chiesetta bizantina che, probabilmente, poi venne utilizzata come cripta: vennero anche ritrovati i resti del canonico Bovi, morto nel terremoto del 1783, che, per sua volontà, venne sepolto nella Chiesa vicino al mezzo busto di San Giuseppe.
Il culto di questo Santo a Scilla fu introdotto nella prima metà del 700 proprio dal canonico Bovi.
La statua che oggi viene esposta nell’abside della Chiesa è frutto di una donazione di due pescatori scillesi ed è databile al 1750.
La Chiesa ospita al suo interno numerose opere, ma sicuramente l’attenzione viene catturata dal portale che dall’atrio porta all’interno della chiesa, in tufo del XVIII secolo, e dall’altare anch’esso in stile Settecentesco.