La Torre Ruggero o di Capo di Rocchi, baluardo a proteggere il territorio, è immersa in una suggestiva cornice tra il mare, con davanti le Isole Eolie, e alle spalle la montagna.
Presumibilmente databile tra il XV e il XVI secolo, la torre sorge nella Contrada Caciclì ed ha una base di tronco di cono sormontato da un corpo cilindrico con un diametro di circa 7 metri, è cinta a metà altezza da una cordonatura, presenta alcune finestre e merlatura in alto.
Sono visibili anche tracce di beccatelli di sostegno della cadiola e del coronamento merlato, all’ingresso. Il terremoto del 1638 ha danneggiato gran parte di essa, ma oggi ci appare completamente restaurata.
La torre fu costruita in difesa dalle incursioni turche e faceva parte di un sistema di difesa della costa, assieme ad altre torri -è infatti denominata come la 32a-, perché posta in posizione molto strategica. La comunicazione tra le diverse postazioni avveniva attraverso segnali visivi: fumo, fuoco o specchi.
Pur avendo datazione e costruttori imprecisi, la torre è comunque chiamata Aragonese. Per la tradizione, la torre di avvistamento, comunicava direttamente con i centri nobili e religiosi della cittadina, in particolare con l’Abbazia voluta da Ruggero il Normanno, da qui che si insinuano le polemiche sui primi costruttori, ipotizzando una paternità normanna.
Aldilà delle dispute sulle sue origini, senza ombra di dubbio la torre è uno dei punti focali del turismo di Bagnara Calabra, offrendo un panorama davvero mozzafiato e senza eguali.